IL RESTAURO
UN INVESTIMENTO DI VALORE STORICO E CULTURALE
Il complesso della Villa, con annesso il parco, viene aggiudicato alla famiglia Carron nel 2006, che diventa proprietaria dell’edificio e concessionaria del parco, in convenzione con la provincia di Treviso. Nel 2009, sotto la guida dell’architetto A. Torsello e delle maestranze dell’impresa Carron, ha inizio un lavoro articolato di restauro filologico che riporta alla luce la dimora storica che ospitò la scrittrice Freya Stark. L’abitazione diventa oggetto di un rigoroso intervento di salvaguardia architettonica ed artistica che metterà in luce la facciata a nord caratterizzata dalla vite americana e la facciata a sud identificabile per i suoi bow windows di gusto anglossassone. Complessivamente i lavori si concludono nel 2011, dopo un lungo e oneroso restauro che porterà alla riapertura del parco al pubblico e il ritorno allo splendore di tutto il complesso architettonico e paesaggistico.
IL RESTAURO - LA VILLA
Il restauro, iniziato nel 2009 ha adattato la villa a nuove esigenze residenziali, custodendo e valorizzando piccoli connotati di stile e di storia, come la chiave inglese e l’iscrizione araba all’ingresso, gli archi naturali, le nicchie decò, le scale in pietra, i due bagni liberty e i vecchi camini decorati. É stato fondamentalmente un restauro di tipo conservativo che ha mantenuto inalterata la distribuzione interna degli spazi e le caratteristiche esterne delle facciate. Il principio del recupero è stata la conservazione e la valorizzazione dell’esistente; il filo conduttore la scelta atemporale dei materiali e dei colori; il risultato finale l’ordine e l’armonia dell’insieme. Villa Freya è una grande casa asolana, presente nei primi catasti napoleonici e arricchita nel tempo da dettagli architettonici di gusto inglese.
IL RESTAURO - GIARDINO
Il parco è stato riportato al suo antico splendore grazie al complesso progetto di restauro e di risanamento iniziato nel 2009 e terminato nel 2011 dalla famiglia Carron, attuale garante della manutenzione dell’intero complesso architettonico e naturalistico. Dopo un lungo periodo di “abbandono” aggravato dai numerosi scavi archeologici che l’hanno visto protagonista negli anni ’80, il parco è stato riaperto al pubblico e alle visite guidate.
Era un giardino abbandonato, ora è un luogo magico per il verde, i giochi d’ombra, i profumi e le viste. Al posto delle malerbe e dei rovi disordinati, ora si ammirano le stanze naturali di Freya, il disegno geometrico delle aiuole, il grande prato verde, la galleria dei carpini, le rose inglesi. Il recupero naturalistico dei quattro grandi lecci secolari, ha potenziato il valore botanico del giardino.
Il parco, oltre al suo grande valore naturalistico, ospita al suo interno i resti di un teatro romano, databile intorno al II secolo d.c. Il restauro avvenuto sotto la guida della Sovrintendenza ai Beni Archeologici dell'università di Padova è stato curato nei minimi dettagli. L’azienda Carron ha provveduto alla ricostruzione del lacerto di mosaico rinvenuto nel sito archeologico e donato nel 2012 al Museo Civico di Asolo. È uno dei mosaici policromi più pregiati del Veneto. Il parco ha ripreso lo stile degli antichi splendori: un giardino botanico mantenuto integro nella sua valorizzazione tematica e una zona archeologica di interesse evidente.
PRIMA E DOPO