IL GIARDINO
IL GIARDINO DELLE MERAVIGLIE
Con un’estensione di circa 5000 metri quadri, il giardino di Villa Freya, perfetto rifugio del corpo e dell’anima, presenta un’identità e una qualità assoluta ideale. Oggi il giardino è un percorso esperienziale che colpisce tutti sensi. Lo si scopre a poco a poco, anche se con uno sguardo d’insieme se ne percepisce immediatamente la bellezza, che è sintesi perfetta di forme e colori, di volumi e spazi. É un giardino senza tempo, diviso in tante stanze, ciascuna con le sue specie vegetali, in una simbiosi mutevole di specie spontanee e coltivate, di rovine antiche ed elementi naturali. Il giardino, che fu di Freya Stark e prima ancora di Herbert Young, è un vero giardino romantico, ma il suo fascino non ama le rigide connotazioni e lascia spazio alle sensazioni che crea e ai cambiamenti che la natura impone. La scoperta delle rovine avviene passando per le aiuole fiorite, seguendo il viale di rose e iris che portano ai lecci centenari e alle rovine de teatro romano del II sec D.C. Tanti sono i segreti del giardino, luogo di incontri storici tra la viaggiatrice Freya Stark e la regina madre di Inghilterra, incontro immortalato attorno alla macina di pietra tra i filari di vite e le aiuole aromatiche.
Immaginando un percorso ideale che segue l’orientamento nord-sud, la passeggiata nel giardino incontra nove stanze che sono delle vere e proprie aree tematiche :
Ingresso visitatori
La fontana ottagonale: l’oriente incontra l’occidente
Il cortile dell’antica macina tra gli aromi
Le aiuole all’inglese: rose, iris, perenni, aquilegie e ranuncoli
Il vialetto dei carpini bianchi
Il prato naturale tagliato e i suoi grandi kaki
La vista panoramica del sito archeologico
L’ombra amica dei lecci secolari
Il sito archeologico del teatro romano (I sec D.c)
Il belvedere
Le terrazze dell’orto bio sostenibile
Il romantico cammino di rose antiche e iris
Uscita
L’ORTO BIOLOGICO
Il progetto dell’orto a terrazzamenti si inserisce in una nuova manutenzione biologica e naturale del giardino di villa Freya, coerente ai seguenti obiettivi generali:
Valorizzare il paesaggio, quale patrimonio culturale, ecologico e sociale;
Preservare la biodiversità del patrimonio naturale;
Promuovere una cultura ecologica e biologica;
Sperimentare occasioni di integrazione tra proposte educative e offerta turistica, intesa come turismo esperienziale.
L’osservazione continua e il lavoro sul campo hanno condotto all’obiettivo specifico del progetto: valorizzare la destinazione d’uso dei terrazzamenti del parco, riscoprendo un’identità storica e documentata dell’orto in Villa Freya.
Da un’analisi storico–archivistica condotta dalla Provincia di Treviso proprietaria del parco in convenzione, si legge:
“Per avere una prova documentaria circa l’esistenza degli immobili che fanno parte del corpo della Villa è necessario giungere al 1811. Infatti le mappe del Censo Provvisorio (cosiddetto Catasto Napoleonico) redatte in quell’anno per il Comune di Asolo, Distretto di Bassano Dipartimento del Tagliamento (Doc 11) individuano ai mappali 1376 1377 (doc 12), una “casa di propria abitazione ed un orto”, come indicato nel relativo sommarione, da ritenersi senza dubbio il primo nucleo di Villa Freya. Nel relativo estratto catastale il mappale 1376 viene indicato come “casa”, mentre il mappale 1377 viene citato come “orto”, entrambi i mappali risultano di proprietà di Basso Sacerdote Pietro di Antonio. L’area di intervento nel passato fu usata e pensata come luogo per l'orticoltura, lo si intuisce non solo dalla presenza dei terrazzamenti, ma anche da una vasca di raccolta d’acqua per l’irrigazione manuale.
Descrizione dell’intervento
Giungendo dall’area archeologica soprastante si apre alla vista dall’alto il sistema delle terrazze. Queste sono coltivate ad ortaggi locali secondo stagione e rotazione colturale. Tra di essi sono presenti caratteristiche specie da fiore dai colori accesi, come calendule, zinnie, dalie e altre ancora per meglio creare il contrasto tra questo luogo e la parte dei prati arborati contigui. Il contrasto cromatico e il gusto compositivo sono la discriminante estetica che trasformano una sterile infilata di ortaggi in una visione suggestiva. Il luogo viene gestito come un semplice orto domestico a coltura continua: lavorazione manuale del terreno, concimazione organica, pacciamatura con paglia, juta e fogliame. L’orto è ben visibile anche dalla strada sottostante, dalla quale si notano i muretti di terrazzamento decorati da piante pendenti sia di ortaggi che di fiori, come il pomodoro, l’ipomea, il cappero.